È quasi sera quando, ansimanti, raggiungiamo il passo. Siamo soli con il vento sulla linea di confine fra luce e ombra, circondati dal cielo.
La cena al rifugio Pombie è una piccola babele: ogni tavolo una lingua diversa, dal nostro italiano al fiammingo di un nutrito gruppo di belgi; francese e spagnolo si mescolano liberamente senza riguardo per il vicino confine. Brindiamo al cammino appena iniziato con una coppia di francesi e una bottiglia di vino Madiran.
“Sedicimilaseicentottantaquattro” dice Patrizia.
Sorride. In mano ha un contapassi.
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